FOTO1Nell’Emilia Romagna rossa una situazione che supera i confini della realtà.
Un volontario lancia pane secco oltre la recinzione ai cani mentre gli altri ululano di fame rinchiusi nei box. L’allevamento, con affisso Enci, nell’occhio del ciclone. Interrogazione della Lega ed esposto in Procura.Canili lager nel mirino. Proprio mentre oggi il sottosegretario Francesca Martini fa visita personalmente in Molise per sciogliere lo scandaloso nodo dei maltrattamenti nelle strutture pubbliche, tra lo sperpero di denaro dei cittadini e la deriva di certi sindaci indifferenti alla morte e alle crudeltà sui cani, l’attenzione dei media si sposta anche al Nord per un allevamento, niente meno che con affisso Enci, Del vento, in provincia di Ravenna. Un allevatore è nella bufera,
Giorgio Guberti. Sulla scena grottesca compare anche un sindaco, che ci butta dentro un occhio e decide che la cosa migliore da farsi per i cani che stanno morendo di stenti sia fare un’ordinanza per dare sei mesi di tempo al l’allevatore per mettere a norma la struttura.
Sei mesi, perché al Comune costerebbe troppo occuparsi dei cani da subito. Fatto, quest’ultimo , che poco interessa ai pelleossa dentro il recinto della fame e della melma, e che non interessa nemmeno alla legge per la quale è il sindaco il responsabile dei benessere animale sul territorio.
Subito, non tra sei mesi. Che la gestione per un eventuale doposequestro sia gravosa per le casse comunali lo avrebbe confermato anche l’assessore Ilario Farabegoli di Rifondazione comunista, con delega ai diritti degli animali. Diritti fra sei mesi o domani non si sa.
Le immagini intanto dei cani che devono aspettare sei mesi hanno girato il mondo. Ma per il sindaco le indicazioni sono chiare: l’allevamento degno di avere un affisso Enci si metta a norma, poi se ne riparlerà.Mauro Manfredini, consigliere regionale del Carroccio, non perde tempo con un’interrogazione immediata e una segnalazione alla procura. D’altra parte
le fotografie documentano un campo di concentramento per cani. Nessuno aveva visto prima quell’allevamento privato che si trova dopo la frazione di Osteria (RA), fra le strade Dismano e la E45, dove, interroga Manfredini, «gli animali sono costretti a vivere in pessime condizioni»? L’immagine del denutrimento, delle zampe immerse nella sabbia mobile del fango dicono tutto il resto. «A causa della deliberata negligenza del proprietario dell’allevamento,
gli oltre 150 cani ospitati nella struttura manifesterebbero anche seri problemi di denutrizione ».
Bisogna agire.Per il sindaco è sufficiente intimare al proprietario di fare pulizia. E’ l’Italia dei sindaci che mettono le mani avanti spiegando, come accaduto su La Voce di Romagna, che «gestire i cani di Guberti verrebbe a costare mezzo milione di euro». Quindi si prende tempo, mentre nulla si fa nell’immediato per togliere i cani dall’anticamera della fossa. Eppure
l’evidenza del maltrattamento animale è palese:
meno palese è che fino ad oggi le autorità siano sorvolate su un reato punito dall ’art. 544-ter. L’obbligo d’intervento tempestivo è un atto dovuto anche perché il reato non venga portato a conseguenze ulteriori (come recita l’art. 55 del Codice di procedura Penale). Solo nell’aprile scorso, dell’allevatore si leggeva sulla rivista dell’Enci in merito ad un raduno: «C’era tra la folla il grande Giorgio Guberti. Nessuno come lui incarna oggi nella cinofilia, quant’ebbe a scrivere A.S.: “è forse meno difficile essere un genio che trovare chi sia capace di accorgersene”. Perché, di quello che vuoi, ma Guberti, ancora più vicino agli ottanta che ai novanta, è rimasto tra i pochi che sanno strologare il futuro. E con loro tanti altri appassionati giunti da ogni parte d’Italia a dimostrare che la cinofilia continua a vivere un suo momento magico».
Forse anche per l’Enci è giunto il momento di aprire gli occhi sugli allevamenti. Per il momento, ai cani dentro il recinto un volontario getta 50 chili di pane secco dalla strada. Gli altri, chiusi nei box, soffrono passivi quel momento magico di cinofilia.21 dicembre 2008In seguito alla segnalazione pervenuta sull' allevamento di pointer presso Osteria di Ravenna, di proprietà di Giorgio Guberti,
alcuni attivisti di Animal Liberation, assieme ad altre associazioni, hanno effettuato un sopralluogo per accertarsi della gravità della situazione e prestare un primo intervento ai cani.La situazione va oltre l' immaginabile: oltre 200 cani, tutti in stato di denutrizione avanzato, quasi tutti con
ferite aperte ed evidenti patologie. Il terreno e i cani sono infestati da parassiti, molti presentano
lacerazioni della carne, ferite aperte,
tumori e ascessi; alcuni di essi sono
ciechi e non in grado di muoversi.
Sono state rilevate numerose
carcasse di conigli e pollame gettate all' interno dei box. L' area dell' allevamento e' disseminata di
ossa e interiora animali, molti dei quali identificabili in resti di cane.
Come riferito dai carabinieri e altre autorità, l' allevatore
Giorgio Guberti si vanta di gestire l' allevamento con il metodo della “ selezione naturale “ :
non vengono garantiti né cibo né acqua, i cani più forti sopraffanno gli altri, garantendo una selezione basata sull' eliminazione dei soggetti più deboli.
Il terreno su cui poggia l' allevamento e' completamente allagato da melma e fango; i piccoli box in cui è stipata la gran parte dei cani e' coperta da deiezioni ed escrementi che formano una spessa pavimentazione, palesemente stratificata nel corso degli anni.
I pochi cani che hanno la possibilità di bere hanno a disposizione acqua putrida e marcia. Non c'e' traccia di cibo ne' di ciotole.
L' allevatore Giorgio Guberti, medico veterinario, e' stato già processato per maltrattamenti e assolto con formula piena nel 2003, grazie anche alla perizia del preside della facoltà di Veterinaria dell' Università di Bologna.I volontari di Animal Liberation, in due giorni, hanno cercato di garantire acqua e cibo agli animali presenti, cercando di tamponare le situazioni più gravi, ma
' emergenza è quotidiana e costante. I cani hanno bisogno con urgenza di essere nutriti e curati dal punto di vista igienico-sanitario, nonché assistiti affinchè superino lo stato di perenne terrore in cui versano.
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